In certi momenti e continuamente, entriamo nella nostra liturgia e contemplazione monastica per incontrare e reincontrare, nel silenzio e nella meditazione, la spiritualità, che viene vissuta dinamicamente, in modi sempre più evoluti, come una soggettività, una persona, un’amica, una compagna, che vive e percorre il suo cammino, con le sue caratteristiche e i suoi limiti, nel percorso dinamico dei sentimenti dietro e oltre ogni contatto ed esperienza.

È un’esperienza costantemente tentata di approdare, di trovare forza e distrazione, nelle cose metafisiche, che sono anche, in una certa misura, indispensabili, ma la spiritualità è un movimento permanente e continuo di andare oltre. Non colma alcun vuoto e ha un prezzo in termini di tempo; è un aiuto e un “di più”. Quando abbiamo bisogno di tornare alla vita metafisica, portiamo con noi il ricordo, l’esperienza, il silenzio, la formazione che abbiamo ricevuto dal monastero, dalla tenda.

La metafisica cerca di allontanarci dal mondo del camminare, dalla dimensione esperita della soggettività, che può diventare sempre più intensa. Qualsiasi relazione, sia con la spiritualità, sia con le persone, sia con qualsiasi altra cosa, non potrà mai soddisfare completamente il nostro bisogno di relazioni più profonde, perché la spiritualità è un andare sempre oltre le esperienze, verso ciò che è più interiore, più dinamico, meno metafisico, a cui sentiamo che sembrano o possano alludere.

Viviamo perché l’esistenza ci attrae, ci prende, ci plasma e ci crea, ci crea continuamente, oggettivamente (forzando) o soggettivamente (bellezza, appagamento, cammino). La nostra risposta è coltivare un dialogo tra soggettività e oggettività, il nostro rapporto sovraumano con la spiritualità, che è misticismo. In questo modo sperimentiamo un valore che noi stessi facciamo esistere in questo mondo. I contesti di meditazione ed evocazione sono la porta per incontrare e beneficiare della spiritualità come soggetto. Nella spiritualità come soggetto otteniamo il meglio del relazionarci, in un sorriso che cammina verso la non competizione. L’esplorazione è un aspetto, un valore e un’esperienza essenziale della spiritualità ed è connessa alla fede nella sua capacità di donare infinitamente nuova vita, nuova positività, contro i modi di trovare nuova vita e positività adottati dalla natura in un contesto di competizione.

Cerchiamo di coltivare le migliori condizioni di aiuto per tutto questo. La nostra ricerca, il nostro lavoro di approfondimento, verte su come vivere, come sperimentare, come relazionarci, come avere e coltivare un dialogo con la spiritualità come soggetto. Il primo criterio essenziale a questo proposito è lasciarsi guidare da lei, ascoltare lei, un’amica la cui esperienza sempre nuova esploriamo continuamente.

La scienza, l’oggettività, l’analisi, avranno sempre gradi di superficialità, rozzezza e cecità nel comprendere la soggettività, a causa dell’incapacità ultima della scienza di cogliere, di esaurire l’infinita quantità di strutture e relazioni dinamiche che non solo accadono, ma si creano continuamente nella soggettività e in ogni cosa.

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