Se noi siamo solo meccanismi, non abbiamo alcun modo di stabilire se una verità venga riconosciuta come tale solo perché alcuni meccanismi del nostro cervello hanno prodotto in noi questo risultato. Lo stesso vale per i concetti di consapevolezza e libertà. Nella nostra soggettività percepiamo la conoscenza e la consapevolezza, oltre che basate sull’esistenza oggettiva di esseri, anche come connesse all’intenzionalità, la nostra possibilità di decidere se, quando e come pensarli. Se la libertà di queste decisioni non esiste, allora percepiamo istintivamente che la consapevolezza non esiste, che noi come soggetti non esistiamo, siamo solo oggetti, macchine. Allo stesso modo, siamo in definitiva incapaci di spiegare i concetti di causa ed effetto perché in realtà sono strutture della nostra soggettività. Di conseguenza, il concetto stesso di determinismo è solo un’altra struttura delle nostre esperienze soggettive, perché dipende dai nostri concetti di causa ed effetto, che sono soggettivi.
Questo ci riporta all’inizio di questa riflessione, dove ipotizzavamo di essere semplicemente delle macchine. Ora vediamo che anche questa ipotesi si basa su un concetto soggettivo, perché essere macchine è semplicemente un altro modo di esprimere il determinismo. Di conseguenza, qualsiasi discussione su libertà, determinismo, causa ed effetto, consapevolezza, verità e conoscenza dovrebbe essere condotta considerando che si tratta di sentimenti soggettivi, emozioni, concetti ingenui, che non hanno modo di essere ipotizzati in alcun modo oggettivamente strutturato. Discutere sull’esistenza della libertà non ha alcun senso, perché si basa sul presupposto errato che la libertà possa essere immaginata come una struttura oggettiva, una sorta di metafisica. In conclusione, discutere sull’esistenza della libertà è solo un altro ingenuo tentativo di costruire una metafisica. Lo stesso vale per gli altri concetti che abbiamo menzionato.
